Epperò, chi ce lo dice che stavolta il botto non lo fa davvero, il Cavaliere azzurro (ma soprattutto rossonero): carichi pendenti non ne ha più (non li ha mica sprecati i cinque anni del suo secondo governo!) ed ora potrebbe - sottolineasi potrebbe – farsi un po’ gli affari nostri, invece che i suoi.Nessun pregiudizio (sia mai che ci si etichetti Comunisti!) verso il new deal nostrano, anzi un gran pacco di speranza: quanta ne abbiamo noi italiani! Vagoni di speranza pronti a viaggiare a tutta birra sulla nuova TAV, o per il ponte sullo stretto, e chi di speranza vive…
Che bella l’Italia, però, sognatrice e disillusa, incantevole e sudicia (ancora per poco, però, si diceva: parola di Silvio), invidiata ed invidiosa. L’Italia dei Santi, degli Eroi e di Silvio Berlusconi. L’Italia del Bertinotti che manda i figli a scuola dagli Yankee e segue lo spoglio dall’ Hard Rock Café (gli avesse portato un po’ di sfiga, l’America?). L’Italia degli ecologisti: Pecoraro Scanio, primo Verde in Europa a guidare un dicastero, primo Verde in Europa a tornare da dov’era venuto. L’Italia dei socialisti: con cui nessuno socializza più. E l’Italia di quell’altro, come si chiama, quello che “mangia tanto – dicono – e tromba poco”. Ah, Ferrara. Quant’è bella l’Italia, che almeno certi fenomeni sono davvero passeggeri.
Certi, almeno. E più o meno.
Veltroni, comunque, una cosa buona l’ha fatta. In questo momento però non ci viene in mente.
Nessun commento:
Posta un commento